Prima alternativa alla peschicoltura, in una terra consapevole dell’unicità dei suoi frutteti, l’albicocca è un prodotto che proprio non ci sta al ruolo di cadetto.
Le qualità di questo Roero sono madrine di tenori zuccherini e aromi superiori alle medie generali: dando vita a una drupacea carnosa, dall’arancio colore invitante, e pronto a conoscere diverse vocazioni a seconda dei versanti collinari che ne fungono da culla.
Dalla “Madama” di Magliano Alfieri alle coste di Guarene, spingendosi oltre dove un tempo scorreva il Tanaro lasciando il segno nelle creste di Rocche, sino a Corneliano d’Alba e a Montaldo Roero, molti sono divenuti paladini dell’albicocca intesa come accogliente compagna del palato.
Si dice che, tra le foglie lucide degli alberi e il tocco di seta della sua pelle, questo frutto sia come un atto d’amore di cui essa è figlia: e che le lievi solleticazioni brusche tra la dolcezza della sua polpa siano come una stuzzicante storia durante un viaggio tra amici.