Dici Roero, e ti scopri subito a parlare di Rocche: una formazione naturale unica nel suo genere, tanto simile ai canyon cui ci ha abituato la filmografia d’oltreoceano, ma che sono incredibilmente “nostre” e vicine a noi.
Nati a partire da un’epoca stimabile in 250.000 anni fa, questi peculiari calanchi hanno origine dal fenomeno altresì noto come la “cattura del Tanaro”: ossia, lo spostamento del principale fiume dell’Albese dalla sua sede originaria, passante per Carignano, il quale si trovò proprio al centro dell’areale Albese.
Questa collisione di forze portò ad un innalzamento della terra, proprio qui dove un tempo c’era il mare (prova ne sono i fossili, talvolta anche di dimensioni significative, che ancora affiorano tra le nostre colline), e al progressivo crearsi dell’embrione di ciò che ora sono le nostre colline. Ne nacque una stratificazione che non trova reali analogie altrove, stratificando tra loro marne, argille compresse, facies a congerie e suoli sabbiosi rivelatisi poi fantasticamente propizi per l’agricoltura: e, nella fattispecie, per vitigni propri come ciò che è divenuto il Roero Arneis Docg. Ma non solo: lo sviluppo temporale ha consentito il marginarsi di una vegetazione del tutto variegata e senso stesso della microvariabilità floristica del nostro Roero, favorendo così il generarsi di altri prodotti-culto come il tartufo.