È l’incedere delle cose, come giungono e come le speriamo.
È attesa mista a desiderio e ricordo, ma non è limbo gelido: è il procedere delle stagioni, nella fantasia del Creato.
È il torpore piacevole, di come quando si sta appoggiati a una sedia, dopo una festa di graditi sorsi d’autunno, per celebrare la vendemmia da cui nasce il sangue di vita.
È l’inizio di un sogno, è il segreto di un inverno che cela il mistero antico del Tartufo, di un gelo strano cui si offre la terra per nascondere remoti germogli di vita, tesoro futuro.
È il miracolo del grano, come tante piccole genti che si stringono tra loro per sprigionare vita nei tempi a venire. È il risveglio di menti di fronte al fiore che già si schiude, e galleggia nella linea tra verde e azzurro della primavera bizzosa come il capriccio di un bimbo: e diventa adulta ed esplode in un’estate di frutti di ogni colore, in un Roero aperto in un confortante ventaglio. È respiro, di corsa, di cammino, di profumi dei doni di una terra che dice “assaggiami, apprezzami, amami”.
È attesa mista a desiderio e ricordo, ma non è limbo gelido: è il procedere delle stagioni, nella fantasia del Creato.
È il torpore piacevole, di come quando si sta appoggiati a una sedia, dopo una festa di graditi sorsi d’autunno, per celebrare la vendemmia da cui nasce il sangue di vita.
È l’inizio di un sogno, è il segreto di un inverno che cela il mistero antico del Tartufo, di un gelo strano cui si offre la terra per nascondere remoti germogli di vita, tesoro futuro.
È il miracolo del grano, come tante piccole genti che si stringono tra loro per sprigionare vita nei tempi a venire. È il risveglio di menti di fronte al fiore che già si schiude, e galleggia nella linea tra verde e azzurro della primavera bizzosa come il capriccio di un bimbo: e diventa adulta ed esplode in un’estate di frutti di ogni colore, in un Roero aperto in un confortante ventaglio. È respiro, di corsa, di cammino, di profumi dei doni di una terra che dice “assaggiami, apprezzami, amami”.