Probabilmente commissionato da Bonifacio Roero, ricco mercante astigiano, durante il suo soggiorno a Bruges, documentato nell’aprile 1358, il trittico, un altarolo portatile, è l’unico oggetto di arredo liturgico conservatosi prodotto dalle botteghe fiamminghe specializzate in monumentali lastre tombali in ottone.
Opera di altissima qualità e di stile fortemente innovativo, denota, oltre a profonde affinità con altre lastre coeve, rimandi all’arte di Jean Pucelle e alle vetrate normanne, alle miniature fiamminghe, nonché accenti anticipatori della cultura di Jean de Bondol.
Il trittico fu portato da Bonifacio Roero sulla vetta del Rocciamelone per adempiere ad un voto, probabilmente legato alla liberazione di Asti dalla dominazione viscontea.
Fu custodito in una cappella lignea sulla vetta del Rocciamelone fino al 1673, quando venne trasferito nella chiesa di San Paolo di Susa, ora soppressa, quindi, nella Cattedrale di San Giusto.